Gino , un signore toscano di una certa età, si è rivolto al nostro studio per raccontarci la sua storia.  Dopo un intervento di sclerosi ecoguidata della piccola safena sinistra, ovvero quella vena che sale posteriormente lungo il polpaccio fino a raggiungere il cavo del ginocchio, Gino ha accusato alcuni problemi post-operatori.

Questo tipo di intervento non presenta particolari difficoltà  mediche ma potrebbe comportare delle conseguenze di un certo peso, proprio per questo motivo  il medico è obbligato ad informare il paziente che si appresta a farsi operare sui rischi che potrebbe correre, utilizzando uno strumento noto come  “consenso informato”.

Il consenso informato è obbligatorio

Gino non aveva visto neanche l’ombra di quel documento, perchè il medico a cui si era rivolta per l’operazione non aveva seguito questa prassi, procedendo direttamente con l’operazione medica.

Al di là del successo dell’intervento, uno dei rischi importanti che potevano verificarsi colpisce Gino, perchè dopo un controllo ecodoppler viene rilevata una trombosi venosa alla vena gemellare mediale. Gino ci chiede quindi di intervenire, con un certo timore; non era infatti convinto a procedere con una richiesta danni, questo perché aveva avuto delle esperienze precedenti molto spiacevoli in ambito giudiziale che rivelandosi lunghe ed estenuanti, l’avevano provato moltissimo.

Gino si rivolge ad Infortunistica Nova per ottenere il giusto risarcimento

Rivolgersi al nostro studio era per lui l’occasione per evitare la sede giudiziale, preferendo quindi il nostro intervento diretto a quello dell’avvocato, cercando così una transazione bonaria extra-giudiziale senza la complessità di intentare una causa.

Gli garantimmo che non ci saremmo mossi in nessun modo in sede giudiziale e che oltre a questo, poteva dirci di fermarci con la richiesta risarcitoria in qualsiasi momento. Ci recammo direttamente nella sua città, questo perché tra i nostri servizi c’è anche la possibilità di prendere in carico il caso, direttamente a domicilio; una volta conferito l’incarico, procedemmo con la richiesta di risarcimento direttamente al medico, perché Gino si era operato in una struttura privata e non tramite ASL.

Il medico cerca di evitare il contenzioso

Il medico risponde velocemente e invece di mettere nel mezzo la compagnia di assicurazione, offre una somma simbolica senza il riconoscimento di responsabilità e per evitare ogni tipo di contenzioso. Con il nostro medico legale di fiducia ritenemmo che la cifra offerta era irrisoria rispetto al danno subito, ovvero di circa un quinto se messa a confronto con la nostra valutazione. Declinammo quindi l’offerta per poi chiedere al medico che ci fornisse la sua polizza; in caso contrario avremmo dovuto agire contro di lui. Prendemmo quindi contatto con la polizza di assicurazione del medico, e furono sistemate le cose per fare esaminare Gino da un nostro medico legale e successivamente da quello dell’assicurazione. Il medico legale di quest’ultima ci propose una valutazione molto più bassa rispetto alla nostra. A questo seguì una trattativa molto lunga protrattasi fino a quando non fu colmata la discrepanza tra la nostra richiesta quantificata e le offerte dell’assicurazione. Alla fine di questo percorso riuscimmo ad ottenere cinque volte tanto quello che era stato offerto in prima battuta dal medico. Gino si ritenne soddisfatto, perché riuscì ad avere un risarcimento congruo senza aver intentato una causa.

Il valore del consenso informato

Questo è un esempio del valore del “consenso informato” e del diritto a chiedere un risarcimento congruo laddove, in caso di complicazioni post operatorie, il paziente non sia stato minimamente informato dai medici  prima dell’operazione.